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ULTIME COSE FINITE
Che ci faceva il cane del pensiero
mentre mordeva a brandelli di antinomia
la logica dell’uomo ?
Il cielo si stendeva improvviso a coprire le case della notte
ove testardo un bambino nasceva
e sognava d’essere il padre di suo padre.
E il padre ?
Mordeva il peccato e sputava vergogne
d’un sesso voluto vissuto violento:
espresse così la mancanza di Dio.
E non ebbe madre il pensiero
nacque figlio di se stesso
mentre l’orgia delle parole
ripeteva l’inutile rito dell’oscenità.
L’inevitabile comunione di gente
spezzava altro pane
beveva altro vino
e le voci e risposte si udivano in coro
osannare crudeli e spietate invenzioni.
Ora è sera
e il padre è ancora padre
e il figlio s’è fatto padre
solo il pensiero
si allontana immortale infinito.
E quando Dio sposerà il pensiero e la parola
nasceranno i figli del futuro:
avranno sulla fronte i segni del tempo
finalmente arreso
e gli angoli della bocca
chiuderanno per sempre
l’ultima misura d’uno spazio finito.